Alla vigilia del meeting annuale del World Economic Forum a Davos dove sono riuniti gli uomini più ricchi e più potenti del pianeta, il nuovo Report sulle diseguaglianze di Oxfam ci ricorda come il quadro delle diseguaglianze di ricchezza e reddito nel mondo non sia cambiato di molto da un anno all’altro, anzi forse è peggiorato e peggiora ancora per le nuove generazioni.
La ricchezza globale, in crescita tra giugno 2018 e giugno 2019, resta fortemente concentrata al vertice della piramide distributiva: l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva a metà 2019 più del doppio della ricchezza netta posseduta da 6,9 miliardi di persone. Nel mondo 2.153 miliardari detenevano più ricchezza di 4,6 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione globale. Il patrimonio delle 22 persone più facoltose era superiore alla ricchezza di tutte le donne africane.
Se le distanze tra i livelli medi di ricchezza dei Paesi si assottigliano, la disuguaglianza di ricchezza cresce in molti Paesi. La crescita economica su scala globale degli ultimi tre decenni non ha avuto un carattere inclusivo, tutt’altro. Reddito e ricchezza salivano, ma si fermavano al top della piramide. Le cose cambiano da paese a paese, ma la redistribuzione è lontana da un livello equo. Le disuguaglianze si acuiscono, tra paesi e all’interno dei singoli stati, relegando la giustizia sociale ad una mera dimensione concettuale, astratta. A pagare maggiormente il prezzo di questo quadro sono donne e giovani.
L’Italia non si allontana da questa fotografia impietosa, i dati sono allarmanti: a metà 2019 la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco superava la quota di ricchezza complessiva detenuta dal 70% degli italiani più poveri sotto il profilo patrimoniale. Nell’ultimo ventennio la ricchezza dei più facoltosi è salita del 7,6%, quella del 50% dei più poveri si è ridotta del 36,6%. Una redistribuzione al contrario. E non sono diverse le cose in fatto di reddito. Le retribuzioni in media son tutt’altro che salite (anche se non tutte). Nel 2018 l’indice di Gini, che misura le diseguaglianze, collocava l’Italia al 23° posto nella Ue a 28. Un Paese ineguale quindi.
Il Report Oxfam di quest’anno Time to care – Avere cura di noi, evidenzia il fenomeno, elevate e crescenti disuguaglianze, che mettono a repentaglio i progressi nella lotta alla povertà, minano la coesione e la mobilità sociale, alimentano un profondo senso di ingiustizia e insicurezza, generano rancore e aumentano in molti contesti nazionali l’appeal di proposte politiche populiste o estremiste.
Il rapporto è la storia di due estremi. Dei pochi che vedono le proprie fortune e il potere economico consolidarsi, e dei milioni di persone che non vedono adeguatamente ricompensati i propri sforzi e non beneficiano della crescita che da tempo è tutto fuorché inclusiva.
GCAP, con i suoi soci e le reti internazionali rinnova il proprio impegno per lo sviluppo sostenibile, che significa lotta alla povertà e alle diseguaglianze, richiesta di giustizia ed equità sociale, tutela ambientale e dei diritti umani, con attenzione particolare alle categorie maggiormente vulnerabili che pagano il prezzo più alto delle attuali crisi economiche, sociale ed ambientali.
Attraverso azioni concrete, progetti (Make Europe Sustainable for All), campagne di sensibilizzazione e mobilitazione (Chiudiamo la forbice) , iniziative di advocacy, GCAP lavora per costruire un’Europa e un mondo sostenibile per tutti, che non lasci nessuno indietro.
Leggi il Rapporto Oxfam integrale (versione inglese)
Leggi il Sommario (versione italiana)