comunicato stampa 23 aprile 2020
Il settore Tessile deve rivedere il suo sistema produttivo post-COVID, come lo stesso Giorgio Armani ha messo in evidenza, 65 rappresentanze della società civile propongono all’UE una nuova visione globale per questo ambito.
Mentre, nei prossimi mesi, la Commissione Europea è pronta ad iniziare a sviluppare una nuova “Strategia globale per il settore Tessile” un gruppo di 65 di organizzazioni della società civile ha esposto la sua visione per il settore globale del Tessile, dell’Abbigliamento, della Pelle e delle Calzature (TGLF). Ha rilasciato una strategia “ombra” nella quale si propongono una serie di azioni legislative e non che l’Unione Europea può intraprendere per contribuire a catene di valore in questo ambito più eque e sostenibili.
Il gruppo – un’ampia coalizione di attivisti per il commercio equo e solidale, i diritti umani e dei lavoratori, la protezione dell’ambiente e la trasparenza – invita la Commissione Europea, i deputati del Parlamento europeo e i Governi degli Stati membri a sostenere una strategia ambiziosa che avvii una riprogettazione globale del modello di business dell’industria tessile per il mondo post-coronavirus.
GCAP Italia ha inviato con la campagna Abiti Puliti, Fair ed Equo e Garantito, una lettera al governo, ai membri del Parlamento e alla task force sul Covid-19, per chiedere un impegno della politica a favore della Strategia globale per il settore Tessile. Un impegno sostenuto anche dal progetto della società civile Make Europe Sustainable for All, finanziato dall’Unione europea. L’UE dovrebbe infatti marcare con vigore la trasformazione verso una economia giusta e sostenibile.
Il settore TGLF è stato a lungo caratterizzato da violazioni dei diritti del lavoro e dei diritti umani, oltre che dall’immensa pressione che esercita sul nostro ambiente e sul clima. Questioni anche messe in evidenza dalla lettera di Giorgio Armani rivolta al settore produttivo. “Immorale lavorare così”
I membri del Parlamento europeo Delara Burkhardt, S&D, Heidi Hautala, Presidente del gruppo di lavoro sulla condotta aziendale responsabile, del gruppo Verde/Alleanza libera europea, e Helmut Scholz, GUE/NGL, hanno inviato una lettera congiunta a tutti i membri del Parlamento europeo per condividere e sostenere la “Strategia dell’ombra della società civile”.
Nella lettera, i deputati sottolineano che “il settore tessile è stato tra i più vulnerabili in questa crisi provocata dal COVID-19 a causa degli squilibri di potere tra i suoi attori e dei suoi gravi problemi strutturali, compresi i danni ambientali che provoca e le questioni di governance. È una delle industrie più inquinanti, fonte di innumerevoli catastrofi come quella di Rana Plaza e uno degli artefici delle violazioni dei diritti umani, che colpiscono le donne in modo sproporzionato”.
In rappresentanza della coalizione, Sergi Corbalán, Direttore esecutivo dell’Ufficio di Advocacy del commercio equo e solidale, ha sottolineato come “L’azione volontaria delle imprese non è riuscita a far sì che l’industria tessile diventasse equa e sostenibile. È giunto, quindi, il momento che i leader dell’Unione Europea riformino la struttura del settore.” Aggiungendo che “Questa ‘strategia ombra’ offre alla Commissione la competenza combinata di 65 organizzazioni della società civile che hanno anni di esperienza nell’affrontare i vari impatti del settore. Non si tratta di un elenco dal quale la Commissione può scegliere alcune iniziative specifiche lasciandosene altre alle spalle, ma di una strategia globale in cui l’azione in ogni ambito rafforza gli sforzi compiuti negli altri”.
La visione della società civile per una Strategia tessile globale dell’Unione Europea contiene tra l’altro le seguenti raccomandazioni:
- Garantire che le aziende siano legalmente obbligate ad assumersi la responsabilità non solo delle proprie attività, ma dell’intera catena di fornitura, approvando una legge UE sulla due diligence in tutti i settori, con requisiti specifici per il settore TGLF. La firma di una partnership multi-stakeholder non dovrebbe esentare le aziende dalle proprie responsabilità.
- Norme ambientali più severe che contemplino il modo nel quale i prodotti tessili venduti nell’UE sono progettati e prodotti, la responsabilità legale e finanziaria dei produttori anche quando i loro prodotti diventano rifiuti, nonché misure significative per promuovere la trasparenza.
- Garantire che i grandi marchi e i dettaglianti siano legalmente obbligati ad onorare i contratti e a porre fine alle pratiche di acquisto sleali che offre loro l’impunità di cancellare gli ordini senza onorare i pagamenti – lasciando i lavoratori senza retribuzione e un cumulo di prodotti invendibili.
- Fare in modo che le riforme della governance e una migliore applicazione della legge nei paesi produttori siano parte della soluzione ai problemi di sostenibilità affrontati nelle catene del valore del TGLF.
- Grazie alla politica commerciale attuata utilizzare la forza del mercato dell’UE per applicare le pratiche di produzione sostenibile nell’industria TGLF.
Qui il testo completo della strategia http://bit.ly/TextilesEU
Qui l’Executive Summary
Qui la lettera
Associazioni coinvolte:
Abiti Puliti, achACT, Aeress, Association 4D, Circular Economy – VšĮ “Žiedinė ekonomika, Clean Clothes Campaign Europe, Clean Clothes Campaign international, , Cooperativa Sociale Insieme, Confederação Portuguesa das Associações de Defesa do Ambiente (CPADA), ECOS, EEB, Emmaus- Europe, ENS, Europe and We, FAIR, Fairtrade Germany, Fairtrade International, Fairtrade Max Havelaar France, Fairtrade Foundation, Fairtrade Polska, Fashion Revolution, FEMNET e.V., FOCSIV, Forum Fairer Handel, France Nature Environnement, Frauenwerk der Nordkirche, Friends of the Earth Europe, FTAO, Gender Alliance for Development Centre (GADC), Humusz Szövetség, INKOTA-Netzwerk, Institute for Sustainable Development Foundation, Institute of Circular Economy, Irish Environmental Network, Lithuanian NGDO Platform, Netwerk Bewust Varbruikein, ÖKOBÜRO, OXFAM Intermón, Oxfam MdM, Plastic Soup Foundation, Plataforma Portuguesa das ONGD, Polish Zero Waste Association, Pravicna-Trgovina, RepaNet, Rreuse, SDG Watch Austria, Sredina – Association of Citizens, SÜDWIND-Institut, The Circle, Traidcraft Exchange, Transparency Germany, Transparency International Deutschland, Umweltdachverband, VerbraucherService Bundesverband , Voice Ireland, Weltladen-Dachverband, Women Engage for a Common Future, Women Engaged for a Common Future France, Wontanara o.p.s., World Fair Trade Organization- Europe, World Fair Trade Organization, World Vision Ireland, World Vision Romania, Wird, Zaļā brīvība (Green Liberty), Zero Waste Europe, and Zero Waste France.