Lo scorso 8 e 9 giugno si è tenuto a Charlevoix in Canada il vertice del G7. Il presidente Donald Tusk ha rappresentato l’UE al vertice del G7 insieme al presidente Jean-Claude Juncker.
Molti i temi affrontati, tra cui protezionismo commerciale, crescita e parità di genere. La Presidenza G7 ha istituito il Gender Equality Advisory Council (GEAC) che aveva come mandato quello di lavorare e formulare raccomandazioni per azioni concrete al fine di promuovere la parità di genere e l’empowerment delle donne in tutte le aree delle attività del G7.
Il GEAC, composto da donne provenienti da varie parti del mondo, ha elaborato un documento Make Gender Inequality History che contiene una serie di raccomandazioni riguardanti le ragazze e le donne relativamente alla libertà dalla violenza di genere, salute, educazione, leadership e partecipazione che include anche le organizzazioni e i movimenti di donne. Altro grande tema preso in considerazione è quello della visibilità, ossia la necessità di raccolta dati disaggregati per genere. Segue poi il settore dell’economia che prende in considerazione la questione dell’inclusività ed equità (analisi, budget e audit di genere; l’inclusione finanziaria, il riconoscimento, riduzione e ridistribuzione del lavoro domestico non retribuito e non pagato; un’assistenza internazionale con un approccio femminista) l’innovazione e la produttività. Un capitolo a parte viene dedicato al pianeta sia per quanto riguarda aspetti puramente ambientali/climatici che la sicurezza in termini di partecipazione, prevenzione dei conflitti e peacekeeping.
Si tratta senza dubbio di un ricco e articolato insieme di raccomandazioni, molte delle quali avanzate dalla società civile internazionale anche in occasione del precedente G7 a presidenza italiana.
Anche nel Communique Finale (https://g7.gc.ca/en/official-documents/charlevoix-g7-summit-communique) viene dedicato un paragrafo al Advancement of Gender equality and women’s empowerment. Qui si riafferma l’impegno dei governi a rimuovere gli ostacoli alla partecipazione delle donne e ai processi decisionali in campo sociale, economico e politico così come ad aumentare le opportunità per tutti di partecipare equamente in tutti gli ambiti del lavoro mercato, ridurre il divario salariale sostenendo le donne imprenditrici e gli imprenditori e riconoscendo il valore del lavoro di cura non retribuito. Per raggiungere l’empowerment delle donne viene posto l’accento sul valore dell’educazione di qualità soprattutto nei paesi in via di sviluppo e nelle situazioni di conflitto. Un impegno descritto nella Charlevoix Declaration on Quality Education for Girls, Adolescent Girls and Women in Developing Countries sottoscritta.
Infine, viene riconosciuto che promuovere l’uguaglianza di genere e porre fine alla violenza contro le ragazze e le donne sarebbe un beneficio per tutti e tutte, un obiettivo per cui il ruolo di uomini e ragazzi è fondamentale. Il vertice ha infatti adottato Charlevoix Commitment to End Sexual and Gender-Based Violence, Abuse and Harassment in Digital Contexts.
Per verificare se il summit di Charlevoix si sia veramente tradotto nel promesso G7 femminista, numerose organizzazioni attive in ambito internazionale e per i diritti delle donne, partendo dai documenti del vertice, hanno redatto e presentato una Report Card che considera cosa è accaduto nel summit 2018, analizzando risultati e promesse disattese; il finanziamento per quanto stabilito e il meccanismo di accountability.
AIDOS in collaborazione con altre associazioni ha già seguito i lavori del G7 dello scorso anno in Italia, con attenzione alla questione della parità di genere ed ha deciso di sottoscrivere la Report Card per diffonderla come utile strumento di monitoraggio utile anche per il prossimo G7 in Francia.
Maria Grazia Panunzi, AIDOS